Natural Share: il naturale rapporto tra fitocannabinoidi
Tanti prodotti, troppi consigli. Il mercato della cannabis e dei suoi derivati è cresciuto esponenzialmente, anche solo nell’ultimo anno, e con esso la diversificazione dell’offerta. Nelle emulsioni, come creme mani, corpo, etc. si trova una maggiore ricerca della formulazione, profumata e con azione sinergica di molteplici estratti vegetali. Il mercato della cosmetica ha le sue regole con le sue dinamiche già ben consolidate. Diversamente, per gli oli si assiste a una classificazione “pop” nata al di fuori di regolamenti e normative (full, broad spectrum), nonché a una proposta diversificata soprattutto attraverso il titolo di CBD, ossia la percentuale di cannabidiolo contenuta all’interno di ciascun flacone.
Ma com’è in natura?
La Cannabis Sativa L. è caratterizzata da un naturale rapporto tra fitocannabinoidi o natural (phytocannabinoids) share, che varia in base alla genetica, alla sottospecie, al biotipo. Tutte le piante però mostrano una concentrazione osservabile di THC e CBD. Il diverso rapporto tra questi due cannabinoidi “principali” definirà la distinzione tra drug type (THC>CBD) o fiber/seed type (CBD>THC). Questo ovviamente non esaurisce la grande variabilità di cannabinoidi contenuti nel fitocomplesso, che si intrecciano in infinite combinazioni e possibilità.
Immaginiamo il fitocomplesso come un’orchestra, composta da innumerevoli membri, centinaia. Non saranno certo il primo violino e il direttore a suonare, da soli, l’intera sinfonia, ma avranno maggiori occasioni di dare le più evidenti sfumature personali alla performance generale. Così nella pianta, la naturale e precisissima conformazione dell’orchestra (natural share) garantisce le sinergie del fitocomplesso e l’effetto entourage (l’insieme delle parti vale più della sua somma). Ciò non toglie che su tutti i cartelloni pubblicitari saranno CBD e THC a comparire con i caratteri tipografici più grandi.
Olio: Classificazioni e Titoli (%)
Torniamo ai nostri oli. Abbiamo parlato di classificazioni “pop” e titolazioni, ma come si connette questo discorso al natural share? Sul mercato troviamo principalmente 3 tipi di derivati in olio (escludendo il semplice olio di semi di canapa privo di cannabinoidi): Full Spectrum (spettro completo), Broad Spectrum (ampio spettro), Isolates (isolati). L’autentica definizione di queste classi è oggetto di dibattito, ad esempio sulla necessità o meno di comprendere cere, clorofilla, etc nel concetto di full spectrum. Per semplicità quindi, in questo articolo, restringiamo la nostra classificazione ai soli fitocannabinoidi.
Full spectrum
l’olio, l’oleoresina, contiene tutti i cannabinoidi della pianta originale, compreso il THC anche se in tracce o comunque nei limiti di legge. In generale non sono stati applicati processi di selezione delle molecole. L’orchestra è al completo, nella sua formazione originale. Si mantiene il naturale rapporto tra cannabinoidi. Questo, al netto di eventuali arricchimenti, inficia sul titolo finale di CBD, che difficilmente andrà oltre il 3,5% (considerato il limite di legge THC<0,2% e un rapporto THC:CBD=1:25 tipico della canapa).
Broad spectrum
contiene una buona parte dei fitocannabinoidi della pianta di origine. Il prodotto (precedentemente full spectrum) è stato processato chimicamente perché perdesse parte dei fitocannabinoidi originali. In questa fase di selezione, si sono persi involontariamente altri cannabinoidi simili (a livello molecolare) al THC. L’orchestra è al completo, ma senza il direttore che, andandosene, ha portato con sé alcuni fedeli.
Isolate
Il prodotto è composto essenzialmente di un carrier, ossia un veicolo oleoso, e una molecola del fitocomplesso isolata attraverso processi chimici. Il primo violino suona da solo. L’armonia dell'orchestra è perduta.
È evidente come la processazione chimica stia alla base della produzione di oli Broad spectrum e isolate. Questa non può avvenire senza l’uso di solventi (eccezion fatta per processi enzimatici o basati sul PH). Tutto ciò, insieme al metodo estrattivo d’origine, incide notevolmente sulla vitalità del prodotto, ma di questo parleremo in un’altra occasione, insieme all’indice di frattalità e le nuove frontiere del control quality.
Complessi musicali e ricerca scientifica
I gusti musicali sono insindacabili, ma quando si parla di ricerca, sono i numeri a parlare. Studi e successive review in merito alla questione Natural Share (full spectrum) VS. Broad spectrum & Isolates, hanno dato seri indizi sulla superiorità dei primi in termini di efficacia e tollerabilità (71% casi di miglioramento segnalati, con dose giornaliera 6,0 mg/kg/die, contro 46% con dose giornaliera 25,3 mg/kg/die).
In sostanza, attenzione, un primo violino, o un sestetto d’archi sono ben diversi dall’intera orchestra. Se l’effetto entourage, con il complesso sistema di sinergie tra cannabinoidi, può dirsi una sinfonia, sarà bene tenere a mente che questa è una “sonata per orchestra”.
Leggi l’articolo di SICAM Società Italiana Canapa Medica per approfondire questo argomento di studio